Ciao Pirati dei Ratti!!!
Oggi siamo in campagna in Piemonte vicino a Ponzone, la classica giornata autunnale, nebbia, pioggerellina e funghi 🤣
Così visto che stiamo facendo lavoretti in famiglia e scrivendo un po’ di racconti, vogliamo proporvi una testimonianza di come le persone comuni vivevano molti anni fa a Genova. Questi ricordi li ha condivisi la Signora Mirta Marinari e narrano di come era la casa della sua cara Mamma Angela Valle negli anni prima della seconda guerra mondiale.
Buona lettura
La casa di Salita della Misericordia
E’ impossibile descrivere la casa dove sono nata, sperando che qualcuno ci creda e creda che ci abbiamo abitato per undici anni in quattro persone, prima, e poi in tre, quando è morta la mia nonna materna, a 86 anni.
L’uscio di casa era molto piccolo perché il nostro appartamentino (in affitto) era stato aggiunto in uno scampolo di posto rimasto per l’ubicazione in Salita della Misericordia. Per entrare in quella specie di appartamento si saliva, subito dopo l’apertura della porta, un gradino d’ardesia, poi c’era un ballatoio interno di meno di un metro quadrato, pure di ardesia, e altri due scalini…poi, girandosi verso destra, c’erano altri due scalini e si era nella saletta di 4 metri x 3, dove pochi mobili la riempivano tutta. Nella sala c’era la porta che dava accesso alla camera da letto dove dormivamo i miei genitori ed io e, verso sinistra, la porta della cucinina/gabinetto di tre metri e mezzo per uno. La coppa, che non era certo come quelle di ora, era in un blocco quadrato di un materiale duro e scuro, con una corda che vi pendeva sopra. Per coprire questa coppa del gabinetto, un grosso coperchio di legno pitturato di celestino, dove mi sedevo per chiacchierare con me stessa, per gioco, quando nessuno aveva bisogno del gabinetto.
Non sto a descrivere la cucinina: dico solo che era un miracolo di inserimento di tutto il necessario.
Quando ho iniziato le scuole commerciali mi hanno finalmente comprato un letto, uno di quei letti che, di giorno, sembravano un comò e la sera si aprivano a letto. Quando questo letto veniva aperto doveva essere inserito “a pelo” fra la credenza e l’armadio quindi, se io dovevo scendere, dovevo farlo dal fondo. Però per me era una cosa meravigliosa dormire finalmente in un letto, dopo che per 13 anni avevo sempre dormito sopra ad un’asse di legno dipinta di verde e posata sopra a tre sedie avvicinate al muro. E comunque in un appartamentino di 34 metri quadrati non si poteva fare in un altro modo.
Nell’unica foto della mia nonna si vede, nel muro dietro di lei, una luce a gas che vedevo usare nella mia infanzia…ricordo ancora che due uomini venivano ogni sera ad accendere i lampioni a gas delle strade.
Poi, anche in Salita della Misericordia, campagna nel centro della città, è arrivata la luce elettrica.
E voi ricordate la prima casa in cui avete vissuto? Io e mia sorella siamo stati fortunati come moltissime persone dei giorni d’oggi. La nostra prima casa era un appartamento con un grande giardino che avevano comprato i miei bisnonni molti anni fa. In quella casa ho passato 8 anni bellissimi!
Ciao P.